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La pianificazione dell’attività di revisione

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L’attività di pianificazione riguarda la definizione della strategia generale della revisione e la predisposizione dei programmi di lavoro.

In tale ambito, il revisore definisce le risposte, ritenute idonee sulla base del proprio giudizio professionale, ai rischi identificati e valutati di errori significativi a livello di bilancio e di asserzioni, come richiesto dal principio di revisione internazionale 330. Tale attività si concretizza nella stesura di programmi di lavoro che prevedano procedure di revisione contenenti procedure la cui natura, tempistica ed estensione risultino adeguate a ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabilmente basso.

La natura di una procedura di revisione attiene alla sua finalità (procedura di conformità o procedura di validità) e alla sua tipologia (ossia ispezione, osservazione, indagine, richiesta di conferma, ricalcolo, riesecuzione, analisi comparativa).

La tempistica delle procedure di revisione dipende dalla valutazione del rischio e il revisore può prevederne l’esecuzione a una data intermedia o a fine esercizio. In generale, a rischi elevati di errori significativi (ad esempio correlati a potenziali frodi) è preferibile rispondere con procedure svolte in prossimità o alla fine dell’esercizio. Qualora si decida di svolgere procedure a una data intermedia, è comunque auspicabile effettuare ulteriori controlli a una data successiva per limitare il rischio di non individuare errori che potrebbero concretizzarsi nell’ultima parte dell’esercizio.

In particolare, il grado di estensione di una procedura di revisione (che può riguardare, ad esempio, la dimensione del campione o il numero di osservazioni di un’attività di controllo) è strettamente correlato alla valutazione del rischio e al grado di sicurezza che il revisore intende ottenere ed è inversamente proporzionale al livello di significatività adottato. Nell’aumentare il numero di elementi probativi da acquisire all’incrementarsi del rischio di errori significativi, il revisore deve però tener presente che tale impostazione risulta efficace solo se la procedura è definita in maniera coerente con lo specifico rischio valutato sulla voce di bilancio e asserzione.

Nella definizione delle verifiche di dettaglio, l’estensione delle stesse dipende solitamente dalle dimensioni del campione. Tuttavia, anche altri aspetti assumono una certa rilevanza, incluso se sia più efficace utilizzare altri metodi di selezione per l’effettuazione della verifica.

Solitamente si parte da un elenco standard di procedure di revisione

Il piano di revisione dettagliato conseguente alle attività di valutazione del rischio è di norma formalizzato tramite appositi documenti, i cosiddetti programmi di lavoro, dove per ogni area di bilancio sono evidenziate le verifiche previste e le relative asserzioni interessate. Si possono, inoltre, prevedere specifici spazi dove indicare chi ha svolto il lavoro e il riferimento (reference) alle carte di lavoro.

Nella prassi si è soliti partire da un elenco standard di procedure di revisione per ciascuna area di bilancio significativa (e relative asserzioni) che va poi adattato (aggiungendo, modificando ed eliminando procedure) per definire una risposta appropriata ai rischi identificati e valutati.

(fonte Eutekne.info)


Post scritto da:
Unirev Srl

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